Farina, acqua, olio, sale, lievito naturale. Si direbbe la solita pizza, invece quando questi ingredienti, supportati da lievito da pasta madre incontrano le farine di Vitala succede qualche cosa di speciale. Certo, ci vuole tempo e pazienza, perché una farina classificata addirittura “due” e non certo “00” fatica un po’ ad alzarsi, e infatti anche la pizza non avrà il famoso bordo a canotto, ma sarà comunque fragrante, leggera, digeribile, talmente invitante da poterne mangiare due.
Questo accade solo la sera -a parte le domeniche invernali- a due passi dalla spiaggia di Laigueglia, in quello che è da considerarsi a tutti gli effetti un ristorante di pesce di primo livello per quanto riguarda la ricerca e la disponibilità di materia prima ittica. Qui si fa tutto, compresa la pasta fresca, ma sono le paste lievitate quelle che escono di parecchio dalla media generale delle pizze freesby che troviamo un po’ dappertutto, quelle che si ricordano più che altro per la complicata fase digestiva.
Qui ogni tipo di impasto, destinato alle pizze, alla panificazione o alla produzione di dolci (panettoni cotti nel forno a legno inclusi) ha un nome ed un cognome, un senso logico e un protocollo di preparazione degno di un buon progetto portato a termine. Il Pirata, dal 1987 a Laigueglia, progetto guidato da Luca Bertora e dalla moglie Giada. Un porto sicuro al riparo dalle tempeste.
Foto gdf per Mauro Olivieri blog
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