MENTON – Ci siamo conosciuti qualche anno fa nei tramezzi di Meditaggiasca e poi rivisti in una selezione di chef per il Bocuse D’Or, dove lui sembrava già fuori dalla media, di voto e di pensiero. Questo Mauro ormai è fuori concorso, è fuori media: è mediatico, è mondiale, pur rimanendo semplice, abbordabile. Lo vedete? Un fratellone.
Del meraviglioso pranzo ne parleremo settimana prossima, intanto l’emozione del momento. Perché a fare la differenza -in un luogo già bellissimo comunque di suo- la differenza la farà la sua umanità, il sorriso, la disponibilità e la capacità di donare amicizia spontanea. Emapatia fisica e mentale, glielo leggi negli occhi.
Si, è questo che lo rende unico, come quando avvicina elementi ed alimenti, contenitori e contenuti, istigando il palato, fomentando i pensieri, cercando di cogliere un segno che sia quanto più condivisibile, uscendo comunque dai sentieri conosciuti. Ti spiazza ma ti vuole dentro. El Pipita de la cocina.
Sarà vero che i premi sono importanti solo per chi li da e per chi li riceve? Sarà vero che le classifiche sono fatte per far discutere? Vero o non vero ma è comunque con una certa emozione che si entra in un ristorante di questo livello assoluto: Relais et Chateaux, due stelle Michelin e addirittura numero sei al mondo nella prestigiosa selezione World Best Restaurant San Pellegrino, che ogni anno raduna centinaia di addetti ai lavori per eleggere i world top.
Relazioni Pubbliche e buoni contatti, ma dietro ai risultati conseguiti in dieci anni da Mauro Colagreco c’è più di un’idea e soprattutto tanti progetti integrati degni di una grande opera di ingegneria, progetti che si sono concretizzati nel mondo intero, partendo da qui, da questo padiglione vetrato che domina il mare e soccombe sotto la verticale di roccia color malva.
Da qui, da un passo oltre Grimaldi, lo chef italo argentino Mauro Colagreco è partito alla conquista del suo mondo, quello dell’alta cucina, con un fardello non indifferente di difficoltà, risolte progressivamente grazie alle sue idee, le sue capacità e con la cocciutaggine, che lo ha portato ad andare oltre ogni difficoltà che la vita ti propone, specialmente quando ti esponi come ha fatto lui in questi anni.
Dieci anni, festeggiati invitando dieci grandi chef provenienti da ogni parte del mondo, vivendo e condividendo un momento di gioia. Gioia e divertimento che diventano momento di confronto e di crescita e – di nuovo – maniera saggia e intelligente per intrecciare conoscenze e buone relazioni con il mondo che conta.
Oggi siamo qui con Oliena, che in mano a professionisti scevri dalle convinzioni e dalle convenzioni prende e prenderà il suo spazio. Superficie dove l’olio prende profumi e consistenze diverse rispetto al Ponente Ligure. Gli oli si aromatizzano, integrano gli ingredienti e diventano ingrediente, loro stessi, associati ad un pane buonissimo, servito caldo, che fa risaltare ancor più l’olio, naturale o profumato nobilmente.

Oliena è già in tavola . tavolo d’ulivo, sommersa da questo olio aromatizzato al mandarino, da capottarsi
foto gdf per Mauro Olivieri Blog
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