MAGENTA – Quanto è importante la forma, il colore e il design di un dolce? Un po’ come per il finger food anche il “pasticcino” necessita di uno studio a monte, a prescindere dal dare per scontato l’alta qualità del prodotto e delle materie prime impiegate.
Il tondo, il quadrato, il rettangolare. Le ragazze di questa nuova pasticceria d’eccezione di Magenta l’hanno capito semplicemente osservando l’attrazione dei clienti verso alcuni formati piuttosto che altri. Sara e Chiara hanno un’infinita fantasia, che però si può solo esprimere con sicurezza avendo basi solide sul tema, che è assai diverso dalla cucina vera e propria.
Il comparto pasticceria non ammette improvvisazioni di sorta. Tutto deve essere preciso nel peso del prodotto, nelle lievitazioni (quando necessarie), nelle quantità delle creme, nelle proporzioni dei vari elementi … le temperature … ok, tutto bene quando si conosce l’arte della pasticceria, ma alla fine di tutto il processo di lavorazione degli ingredienti e delle componenti che andranno a comporre il singolo dolce bisognerà decidere che forma donargli per renderlo anche bello ed attrattivo.
Si, perché come ogni bene effimero, il dolce si mangia con gli occhi prima ancora che con la bocca. E prima della bocca viene il tatto e l’olfatto. E’ importante la consistenza e la forma, così come le dimensioni. Le dimensioni contano sempre, anche in pasticceria.
Si diceva, e Sara e Chiara se ne sono accorte, che le (poche) rimanenze non sono quasi mai le forme quadrate ma bensì le altre, tonde o allungate che dir si voglia. Il quadrato anche in pasticceria viene istintivamente individuato come il più attraente, il più rassicurante, il più buono a prescindere persino dal suo colore o dai suoi accostamenti di sapori. Anche più “maneggiabile” in punta di dita.
Poi la dimensione, che, per esempio a Torino, richiede prioritariamente il formato mignon Sabaudo, mentre qui in Lombardia funziona meglio un pochino più grande. Tanti ragionamenti ma alla fine sarà un piacere accomodarsi all’interno di questa deliziosa sala da tè e pasticceria bel piazzata, a 200 metri dalla stazione ferroviaria di Magenta e di poco defilata dal centro. Tè, caffè. ginseng, cioccolata e tanti dolci d’autore. Si, perché anche la deriva artistica non manca, e così molti dei pasticcini, delle torte e delle mono porzioni portano il nome degli artisti più amati dalle due brillanti pasticcere di Magenta.
Quasi inevitabilmente, trovando qui solo presenze femminili, l’artista a cui dedicare il locale non poteva essere altro che la struggente Frida Kahlo. Anche Tamara de Lempicka avrebbe avuto un buon impatto? Forse ormai troppo banalizzata dalla comunicazione, riprodotta in mille materiali, mentre in effetti Frida resta un’icona più particolare ancora, più vicina alla sofferenza femminile, da combattere al tavolo, pasticcino dopo pasticcino …
foto gdf per Mauro Olivieri Blog
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