Il piccolo ma delizioso Santuario di Loreto sembra quasi porsi in maniera timorosa al cospetto del grande Ponte sull’Argentina. 120 metri di strapiombo. Quasi 150 di lunghezza, da percorrere con il fiato sospeso.
Di qui, tra le curve più amate dei motociclisti delle domenica, una perla rara, una vera trattoria della domenica, come un tempo, come quando, dopo la messa si andava a pranzo, in famiglia o con gli amici, senza porsi troppe domande. Si entrava, ci si sedeva e si aspettava che dalla cucina uscissero i vassoi inox con gli antipasti, i primi, i secondi, i dolci, il vino in caraffa, la frutta di stagione, il pane fresco … tutto qui.
Tutto qui? Si e da oltre 50 anni, con la medesima famiglia, che nel frattempo si è ovviamente allargata e rinnovata, mantenendo però dei capisaldi della cucina del territorio, riprodotto -salvo qualche sprazzo modaiolo- in maniera rigorosa e rispettosa della tradizione, nelle forme e nei contenuti.
Un paesaggio affascinante, una situazione molto particolare, da vivere con tranquillità e con il gusto del rallentare, mentre i motociclisti corrono, ma verso l’ora di pranzo anche loro staccano le mani del manubrio e fanno una sosta, o in qualsiasi altra ora del giorno, in questo angolo unico, in questo spicchio di Valle Argentina che vale la deviazione dal lungo mare, da quella rotonda con le olive, salendo fin qui, per poi proseguire, per andare oltre, oltre alle mode e alle banalità.

A tavola, con la diligente insalata russa e la commovente cima ripiena, con una salsa verde perfetta per colore, consistenza e acidità

Peperoni verdi ripieni di morbida farcia della cucina di recupero, e una rarità che riporta la memoria all’infanzia. i frisceu di bietola. Croccanti e leggermente amari.
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