SANREMO – C’è ancora qualcuno convinto che all’Ittiturismo, per essere filologicamente corretti, sarebbe necessario cenare in barca. In realtà all’Ittiturismo M/B Patrizia di Sanremo si sta decisamente più comodi rispetto ad una agitata uscita in peschereccio. Diversamente l’ottimo Manuel Marchetta e la sua brigata di cucina avrebbero non poche difficoltà a curare l’estetica nella presentazione dei piatti, filologicamente corretti oltre che buoni.
L’estetica sembra quasi una logica conseguenza della scelta etica di usare (quasi sempre) il pescato della barca della famiglia Di Gerlando -proprietaria del locale sanremese- che ovviamente si deve adeguare al tempo, nel senso meteorologico, e alle restrizioni periodiche a protezione della riproduzione delle diverse specie. Chiaramente con le moderne tecnologie (abbattitore e macchina del sottovuoto), la disponibilità di prodotto può andare oltre il vecchio concetto di “pescato del giorno”, concetto superato dalla legislazione, così come dalla scienza e dalla tecnica.
Ovvio, il gambero di Sanremo è il protagonista indiscusso di questa cucina, declinato in parecchie versioni, così versatile e disponibile a far da protagonista in ogni ricetta della cucina classica marinara o in quella più di ricerca, più creativa e contemporanea, senza cadere negli eccessi che spesso riscontriamo nelle tavole dove si vive ancora dei ricordi della peggiore versione della Nouvelle Cuisine.
Piatto bello, piatto esteticamente gradevole non deve far pensare ad assenza di contenuti, ne’ tantomeno di quantità di prodotto. Certo, per poter assaggiare più cose si può ricorrere alle mezze porzioni, ma questa cucina, se stimolata dal lato gourmand (quindi goloso), sa cambiare marcia e proporre grandi piatti appaganti e tipici della tradizione marinara sanremese, piuttosto in ribasso negli ultimi lustri, ma che qui ritrova un senso gourmet oltre che gourmand.
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