Ventimiglia – 18 ettari di terreno scosceso che scende gentilmente verso il mare, in uno degli ultimi spicchi di terra prima della frontiera francese. Edifici di fine ‘800 dissimulati all’interno di un parco dall’architettura paesaggistica tipica dei giardini all’inglese, quindi piuttosto “wild” di concezione.
Aspetto selvaggio che si enfatizza per via della difficoltà di mantenere pulito e ben irrigato il vasto territorio degradante verso il mare, dove il clima è talmente propizio da far germogliare e sopravvivere ogni genere di pianta, non importa di quale provenienza.
Il percorso è tracciato, seguendo le frecce rosse per scendere e quelle blu per risalire, rivivendo un epoca folle, dove il gusto per la botanica e il mecenatismo occupavano uno spazio importante per una famiglia come gli Hanbury, anche autori dell’altro giardino Hanbury, quello appartenente a Villa della Pergola di Alassio.
Qui le proporzioni sono diverse, così come la quantità e la varietà di piante di ogni genere, che invitano ad approfondire, prendendosi un paio di ore di tempo ben spese, magari in un tardo pomeriggio d’estate, riscoprendo un luogo magico di cui tutti hanno sentito parlare ma che non molti hanno visitato.
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