AIROLE – Ci passano davanti tutti a quel bivio, andando o tornando dal Piemonte attraverso il tunnel di Tenda, o per andare a Limone, però chissà quanti sentono il desiderio di mettere la freccia ed andare in direzione Airole, per una sosta o per cambiare destinazione per un giorno.
Si perché bisogna andarci appositamente ad Airole, non si può “passare di lì” per andare altrove. Airole è un borgo di 450 abitanti ben conservato e degno di fregiarsi della Bandiera Arancio del Touring Club, e che vanta un’unicità legata all’architettura del territorio, infatti la Tenuta “A Trincea” rappresenta il riuscito esempio di come si possa unificare un progetto di conservazione, valorizzazione e consolidamento di un territorio con la coltivazione del terreno stesso.
Chilometri di muretti a secco recuperati o ricostruiti con infinita pazienza e coperti da investimenti prossimi al mecenatismo, tanto sarà difficile rientrare economicamente con la relativamente bassa resa dei vigneti, da cui si ricava il pregiato Roccese A Trincea della famiglia Masala, che fa capo anche alla nota impresa di costruzioni.
Il Roccese: vino importante per origine, filosofia, passione espressa, sviluppo e conservazione di un territorio ostile. Bianco o Rosso, il Roccese parla proprio la lingua del luogo, e profuma di quel che la vite è riuscita con estrema fatica a strappare dalla roccia, in un luogo dalla bellezza folle, dove si mescolano strutture di insediamenti umani antichissimi ad una moderna concezione di lavorare il terreno, pardon, la roccia.
Giù in paese invece si potrà prendere in affitto qualche camera nel B&B pure gestito dalla famiglia Masala, mentre la tavola di riferimento rimane da lustri U Veciu Defisiu, autentico nella struttura e nella proposta di cucina, assai aderente alla storia ed alla collocazione geografica del luogo.
foto gdf per Mauro Olivieri blog
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